Noto Antica appare allo sguardo del visitatore come una fortezza naturale e la comunità sin dall’epoca pregreca pianificò la propria città attraverso i tre elementi chiave che lo Storico Diodoro Siculo individuò nella scelta dei grandi insediamenti, acqua, fortificazioni e cibo.
Noto Antica presentava tali caratteristiche e divenne talmente imponente nella sua organizzazione commerciale da inserire nell’area delle attività artigianali perfino un dogana all’ingresso. Dopo la piccola struttura scavata nella roccia si scorge un patrimonio ricco di vegetazione, di grotte scavate nella roccia, di un fiume che scorre al centro degli antichi impianti, questa è la maestosa Cava del Carosello. All’interno delle grotte scorgiamo le attività di un tempo: il lavoro della concia delle pelli e tutte le fasi lavorative che scandivano i ritmi delle stagioni. Vi sono 65 grotte, adibite per concia delle pelli, ancora intatte, custodite dalla vegetazione e sopravvissute al terribile terremoto, si individuano le vasche e le condotte dell’acqua necessarie per la lavorazione. L’attività della concia delle pelli rappresentava un momento di aggregazione e di devozione religiosa ai santi protettori che avevano il compito di proteggere chi lavorava all’interno delle grotte buie, ed erano soprattutto bambini, così come ci testimonia la stessa toponomastica relativa alla Cava detta appunto Carosello (“Caruseddu” – ragazzino). Scorgiamo anche edicolette votive e piccolissime Chiesette scavate nella roccia con raffigurazioni in affresco ormai quasi distrutte dal tempo. In una piccola chiesetta, si intravede la raffigurazione del manto, forse di una Madonna, e il piede di un piccolo Gesù Bambino.